Abbiamo già sottolineato in questo post la malsana disposizione degli italiani verso l’acqua in bottiglia, causa dell’immissione ogni anno nell’ambiente di tonnellate di plastica.
Due promemoria al riguardo: 1. ogni grammo di plastica costruito dall’uomo è oggi ancora esistente e in gran parte disperso nell’ambiente 2. in Italia meno della metà della plastica viene riciclata - peraltro con un processo energivoro che comporta ulteriori emissioni di Co2 in atmosfera - il resto viene incenerito o disperso nell’ambiente.
Va detto tuttavia che i produttori di acqua in PET hanno cercato di ridurre tale impatto modificando la forma, il peso e i materiali delle bottiglie. Oggi molte bottiglie in PET utilizzate per l’acqua minerale hanno un un peso inferiore a 10 grammi (oltre a dovere da quest’anno obbligatoriamente utilizzare almeno il 25% di PET riciclato). Il che comporta per una bottiglia d’acqua da 1,5 L una CED di circa 278 Wh (0,28 kWh).
Per quanto riguarda i produttori di vino c’è invece ancora parecchia strada da fare, soprattutto per i marchi più blasonati (ed i relativi consumatori), che tendono ad associare un prodotto di fascia alta ad una bottiglia in vetro particolarmente massiccia. Lì sta il problema poiché, pur avendo il vetro una CED più di 10 volte inferiore a quella del PET a parità di peso, una bottiglia in vetro da 700 g ha una CED che è quasi 6 volte tanto quella di una bottiglia d’acqua in plastica (più di 1,6 kWh)!
Certo è che la bottiglia di plastica finisce nell’ambiente oppure viene riciclata, quindi comporta sicuramente e necessariamente un ulteriore danno ambientale (oltre a quello apportato per la sua produzione), mentre la bottiglia di vetro potrebbe essere riutilizzata infinite volte, nel tempo tendendo ad azzerare il suo impatto.
Ma il riuso del vetro (pratica comune e condivisa fino a qualche decennio fa) richiede una educazione specifica del consumatore e potrebbe succedere solo adottando gli “approcci ideologici” di chi ha a cuore l’ambiente. Infatti il riuso all’infinito degli oggetti – che sono le tombe dell’energia – certamente non aiuta l’economia del Paese.