assunti di base

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L’uomo è parte integrante di un ecosistema più ampio, che comprende una pluralità di altri esseri viventi animali e vegetali oltre ad elementi inorganici (quali ad esempio la CO2) che "convivono" in un equilibrio complesso e per certi aspetti precario.
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Ogni uomo, donna, bambino, (così come ogni essere vivente) ha un impatto su questo ecosistema.
Quando tale impatto è superiore alla capacità dell'ambiente di assorbirlo esso deve essere ridotto.
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In natura esistono meccanismi di retroazione che tendono a portare ad una situazione di equilibrio tra esseri viventi ed ecosistema: l’uomo è riuscito grazie al proprio ingegno ed alle proprie capacità a sfuggire a tali meccanismi, accrescendo la propria numerosità ed il proprio impatto sull’ambiente fino a modificare l’ecosistema in modo sostanziale, al punto da mettere in pericolo in prospettiva la sopravvivenza propria e di altre specie viventi.
Tale circostanza può portare a scenari che occorre scongiurare.
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La rilevanza di questa problematica è di ordine superiore ad ogni altra che la società si trova oggi e si sia mai trovata in passato ad affrontare, sia essa sociale, economica o di altra natura: ogni altra considerazione deve cedere il passo alla soluzione del problema ambientale – nei limiti delle capacità di una società di metabolizzare e gestire le conseguenze che da tale impostazione necessariamente discendono - anche perché in molti casi è lo stesso problema ambientale la causa prima di problemi di altra natura (ad esempio le migrazioni).
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La sostenibilità ambientale non può che discendere da una riduzione del consumo di risorse, come illustrato 50 anni fa dal Club di Roma nel rapporto sui Limiti dello Sviluppo.
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Il perseguimento degli obiettivi di riequilibrio delle attività umane con l’ecosistema non è compatibile con la crescita infinita della produzione e dei consumi di beni e servizi e richiede quindi - inevitabilmente - un radicale mutamento dell’attuale sistema economico e di organizzazione sociale, indissolubilmente basati sull'assunto della crescita.
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Non è ragionevole confidare - con approccio fideistico - nell'innovazione e nella scienza quali deus ex machina in grado, in un futuro indefinito, di risolvere ogni problema al riguardo.
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Ove tale mutamento non fosse adeguatamente preparato e gestito, esso potrà produrre situazioni di scompenso e disordine sociale potenzialmente in grado di determinare il collasso dello Stato e delle altre organizzazioni tradizionalmente deputate alla conservazione dell’ordine sociale.
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Poiché tale collasso è probabilmente inevitabile - anche indipendentemente dalla crisi ambientale in ragione del progressivo depauperamento della ricchezza energetica disponibile (riduzione del cd. EROEI – Energy Return on Energy Invested” medio delle fonti di energia attualmente disponibili) - è opportuno prepararlo e gestirlo anziché subirlo.

Per un approfondimento puoi scaricare il breve saggio " La Crisi: Solo un radicale cambiamento di prospettiva "

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