In questi giorni la Commissione Europea ha approvato la proposta di Regolamento sugli imballaggi che, in sostanza, penalizza il riciclo a favore del riuso.
Questa proposta ha visto l’opposizione netta dell’Italia, che vede nel provvedimento una minaccia diretta al settore industriale delle macchine da imballaggio - in cui il nostro Paese è leader - e una penalizzazione degli ingenti investimenti effettuati nel nostro Paese nel riciclo dei rifiuti.
Ma al netto degli effetti sull’economia di settore, quali sono gli aspetti rilevanti in termini di tutela ambientale?
Di fatto la proposta di Regolamento (deve essere approvato dal Parlamento Europeo) certifica un dato incontrovertibile e da noi sostanzialmente ignorato: il riciclo dei rifiuti più che una soluzione sembra costituire una “estensione” del problema, per tre ragioni principali, infatti esso:
- ha nei fatti un impatto numericamente modesto (vedi il post "Pensi che la plastica venga riciclata? Beh, ripensaci")
- comporta un processo (raccolta, conferimento, trasformazione, logistica dei materiali ottenuti) energeticamente costoso, che genera inevitabilmente emissioni, che se pure in alcuni casi (ad es. nel caso dell'alluminio) sono significativamente inferiori a quelle connesse alla produzione da materia prima, i benefici risultano vanificate dal fatto che
- induce le persone a ritenere i rifiuti come qualcosa di ambientalmente sostenibile - poichè vengono riciclati - con ciò sentendosi autorizzati a produrre enormi quantità di rifiuti e sostenere un economia basata sul consumo (leggi distruzione) di beni e risorse naturali.
In sintesi il problema è sempre lo stesso: tutela dell'ambiente? Certamente... ma solo nella misura in cui costituisca un occasione di sviluppo economico e non incida sugli interessi delle aziende e dei lavoratori, l'approccio non sia "ideologico", etc. etc.
Alla fine quel che veramente conta è la scaletta delle priorità.