Il consumo di energia è direttamente correlato all’impatto ambientale: è questa la proposizione che sta alla base del progetto Emcoin, che Resconda sta sviluppando con il Politecnico di Torino.
Da ciò ne consegue che un’economia che consuma meno
energia per unità di “ricchezza” creata (al netto delle
valutazioni sulla natura e utilità di tale ricchezza), è intrinsecamente più
virtuosa, poichè la creazione di ricchezza comporta un minore impatto sul
clima e sull’ambiente.
Scopriamo al riguardo che
l’Italia fa la sua “bella figura” (espressione tipicamente
italiana): secondo i
dati Eurostat
relativi al 2021 l’italia si posiziona ai primi posti per bassa intensità
energetica per unità di ricchezza prodotta, superata solo da Irlanda (il Paese
più virtuoso), Danimarca, Lussemburgo e Norvegia.
Tale indicatore
sostanzialmente fa un rapporto tra l’energia consumata (in termini di kg di
petrolio equivalente) ed il PIL nazionale.
Considerato il fatto che i Paesi sopra menzionati hanno PIL pro capite più elevati rispetto al nostro ed economie basate maggiormente sui servizi rispetto alla nostra (che è a vocazione maggiormente manifatturiera), e che in alcuni di essi (Irlanda, Lussemburgo) si trovano le sedi delle più grandi aziende per fatturato quali Google, Meta, Apple, etc. (in ragione della tassazione molto bassa) e che quindi la ricchezza generata è molto elevata senza che di fatto vi sia una reale attività sottostante, l’Italia può una volta tanto rivendicare performance di eccellenza rispetto all’intera Europa.
Cosa che accade piuttosto di rado….