Dal capitalismo di consumo a quello di guerra

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10 settembre 2025 324 parole

In questo spuntino riportiamo, tradotto in italiano, un estratto del testo del socio Ugo Bardi, pubblicato il 18 Agosto scorso sul suo Blog “The Seneca Effect”, scritto a seguito dell’incontro tra D. Trump e V. Putin ad Anchorage avvenuto due giorni prima.

(…)
L’impressione era che quei due uomini sulla pista, Vladimir Putin e Donald Trump, fossero ben intenzionati, ma sopraffatti e ridotti da qualcosa di più grande di loro. Semplici esseri umani, anche se - teoricamente - a capo di potenti nazioni.
È l’impressione che qualcosa di enorme si stia risvegliando dalle ceneri del capitalismo di mercato: un capitalismo basato sulla guerra.
La guerra è la conseguenza perfetta del capitalismo: si costruiscono cose per poi distruggerle, così da poterne costruire di nuove e guadagnare denaro nel processo. L’unica differenza è che distruggere (“consumare”) è ora un compito del nemico, piuttosto che del consumatore.

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Paradossalmente, un elemento che favorisce il capitalismo di guerra rispetto al capitalismo di mercato sono le normative imposte all’economia di consumo volte a ridurre l’inquinamento, salvare l’ambiente, mitigare il cambiamento climatico e simili. Il capitalismo di guerra può ignorare tutto ciò. I produttori di armi non sono tenuti a pagare per i danni che causano. Se un bombardiere distrugge la tua casa, non puoi fare causa a chi ha costruito il bombardiere come potresti fare se avessi acquistato un prodotto difettoso al supermercato.

L’industria bellica non deve contare le megatonnellate di CO2 che produce. Non deve ripulire il disastro che genera. Non deve rispettare gli standard ambientali. Non ha bisogno di fare greenwashing delle sue attività. Non deve nemmeno competere per i clienti: li uccide!
In realtà, le aziende militari competono tra loro per ottenere i soldi del governo, ma i funzionari governativi possono essere corrotti, mentre, nel mercato dei consumatori, non si può corrompere una persona per acquistare un prodotto scadente a un prezzo più alto.

Link al Blog “The Seneca Effect”, di U. Bardi
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