"Ritengo che dobbiamo diventare il vero grande movimento politico italiano a tutela dell'ambiente, con una proposta seria e credibile. Tutela dell'ambiente che abbia i tempi giusti, idee concrete, che metta sempre al centro la persona: dobbiamo far coincidere l'interesse dell'uomo e di ciò che fa e costruisce con il patrimonio naturale: è nostro dovere tutelare quest'ultimo e servono proposte concrete che contemporaneamente proteggano l'ambiente e difendano l'industria e l'agricoltura, perchè l'economia verde è una straordinaria opportunità. E' questa una visione pragmatica di tutela dell'ambiente, in cui la lotta al cambiamento climatico rappresenti un opportunità non un problema. Non abbiamo bisogno di una nuova religione". Antonio Tajani, nella sessione conclusiva del "B-day" di Paestum del 1 Ottobre.
Al di là di quelle che sono le percezioni soggettive al riguardo, è di questi giorni un ennesimo report sull'incessante sfondamento di record delle temperature: in Settembre 2023 la temperatura media della superficie terrestre ha superato di 1,8 C° la temperatura media standard (preindustriale). Il che di per se forse non significherebbe molto se non fosse che gli ultimi 20 anni hanno visto una tendenza costante nella stessa direzione, al punto che ormai si può ragionevolmente affermare che quest'anno sarà quasi certamaente più fresco del prossimo. L'immagine qui sotto rende l'idea, ogni quadrato rappresenta la temperatura media della superficie terrestre in un dato mese nel corso degli anni:
Ma forse questo grafico delle temperature medie globali è ancora più esplicito, la linea nera indica il 2023...
Al di là del negazionismo o dell'approccio smaccatamente semplicistico di molte testate giornalistiche, il vero problema è forse il ragionamento dei tanti Tajani che subordinano la lotta al cambiamento climatico ad altre esigenze contingenti e priorità (che siano quelle dell'industria, dell'agricoltura, dei diritti dei lavoratori, del mercato, etc.), considerare la tutela dell'ambiente un obiettivo da perseguirsi solo nella misura in cui possa contribuire alla "crescita" e volerlo rappresentare esclusivamente come un'opportunità in termini di posti di lavoro, credere insomma che si possa contrastare la crisi climatica senza mettere in discussione un modello basato sulla crescita dell'economia.
Ecco, questo è l'approccio realmente rischioso, infatti a voler "mettere al centro l'uomo", come dice Tajani, si rischia di metterlo al centro si, ma dei binari di un treno, quello del cambiamento climatico, che stà arrivando a gran velocità.