A Cernobbio i tecnocrati italiani lasciano l'ambiente sulla porta (e nemmeno in buone mani...)

7 settembre 2023 302 parole

In questi primi giorni di Settembre si è tenuto a Cernobbio, debitamente massmediato, il rituale Forum annuale Ambrosetti, rinomato incontro tra i principali e più twittati leader ed esponenti della politica, imprenditoria e finanza italiana.

Quest'anno il titolo è "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive".

Lo scenario di oggi vede un numero di anomalie termiche e climatiche mai registrate su tutto il globo, con effetti devastanti per un numero elevatissimo di persone; ma lo scenario che vede l'Ambrosetti è altro: di tutto ciò, scorrendo il programma del Forum, infatti non si parla...

Su un nutrito elenco di interventi, relazioni, workshop e quant'altro spesso indulgenti nel melacantoemelasuono che instancabilmente si (auto)rappresentano nel nostro sotto-sistema sociopolitico, tra incontri a latere e canapè di gamberetti, poco o nulla è dedicato alla crisi ambientale e climatica in corso.

Come se fosse irrilevante per "il domani e le strategie competitive"    

Unica concessione, diremmo rituale, a questi temi è l'inserimento, tra i tanti report presentati, dei documenti "Zero Carbon Technology Roadmap - Carbon Capture & Storage" "Filiere strategiche per la transizione energetica" e "Come vivremo, lavoreremo, ci relazioneremo e le energie della trasformazione", affidati alle sapienti ma non disinteressate mani di ENI, SNAM, Enel ed Edison...

L'assenza sostanziale del tema ambiente è un ennesimo indicatore di come, al di là delle dichiarazioni di facciata, la classe dirigente lo consideri come un orpello elettorale, o poco più.   

A margine: V. De Molli, Presidente di Ambrosetti, nel saluto introduttivo (che merita di essere ascoltato) prevede nel 2050 una riduzione del PIL italiano di un terzo. Significa tornare al PIL degli anni 60'... Scenario terrificante, se portato dalla incontrollata deriva di un'economia basata sulla distruzione di risorse naturali, ma probabilmente auspicabile se risultato di un (purtroppo improbabile) disegno di riconversione programmata di tale economia  verso una economia basata sulla conservazione delle stesse risorse...