23.000.000 di migranti climatici. Un presente distopico

7 aprile 2023 370 parole

Sono quasi 30 mila i migranti sbarcati in Italia nel primo trimestre 2023: 4 volte quelli sia del 2022 che del 2021. Continuando a questi ritmi il 2023 sarebbe l’anno con il maggior numero di sbarchi da sempre. Al di là delle considerazioni sull’efficacia delle politiche di gestione dei flussi, occorre tenere presente che la maggior parte di questi migranti “economici” sono in realtà migranti “climatici”.

Nel pensiero comune la differenza è evidente: il migrante “economico” sceglie (fino a un certo punto…) di migrare per migliorare la qualità della vita propria e/o dei propri figli, cercando di accedere ad una maggior quota di ricchezza (un po’ come cercano di fare quasi tutti, in verità…). Il migrante “ambientale” in linea di massima non sceglie: è costretto a emigrare, per trovare un nuovo contesto di vita, il proprio essendo stato devastato da un fattore esogeno ed imprevedibile come un disastro ambientale.

Le due tipolgie di migranti dovrebbero essere considerate diversamente? Riteniamo di si: eppure il migrante "climatico" non esiste sul piano normativo: è comunque un migrante “economico”.

L’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) ha registrato nel 2021 23 milioni di migranti “interni” (che si spostano all'interno del proprio Paese) a causa di disastri climatici. Ha inoltre definito una metodologia per definire le migrazioni causate dalla desertificazione (un fenomeno lento e più difficile da identificare come “evento” rispetto, ad esempio, ad un'inondazione o una frana).

Ovviamente molti di questi migranti interni diventano “esterni”, ovvero abbandonano alla fine il proprio Paese, o finiscono per generare conflitti nel Paese di appartenenza, spingendo ad ulteriori migrazioni (ed alimentando l’altra tipologia di migranti: i “rifugiati”).

Sempre secondo IDMC nel 2021 il totale dei migranti interni (sia da conflitti che da eventi climatici) è stato di circa 60 milioni di persone.

Occorre tenere presente che se la tendenza agli sbarchi in Italia dovesse confermarsi nel 2023, l"importante" numero di sbarchi attesi rappresenterebbe non più dello 0,3% dei migranti sopra menzionati...

Per questa ragione la mitigazione del cambiamento climatico dovrebbe essere il driver fondamentale di una politica di contenimento dei flussi migratori. Non altro.

Se non per altro, anche solo per scongiurare lo scenario in cui, in un futuro non molto lontano, siano gli italiani a dover migrare per motivi climatici…