Sul tema del packaging di prodotti di consumo, sempre più spesso si trovano indicazioni di tipo “ambientale” o alternative per il risparmio. Uno dei casi più eclatanti è quello delle confezioni di sapone liquido per lavatrice, ammorbidenti o altri prodotti liquidi per la casa solitamente in flaconi liquidi. Varie marche infatti propongono un’alternativa di REFILL BAG (busta di ricarica), al posto del classico contenitore plastico. Vediamo la differenza energetica tra le due.
Generalmente le confezioni classiche in plastica di detersivo sono in polietilene: HDPE (quello resistente, opaco) o PET (quello trasparente), che come ogni materia plastica richiedono energia per l’estrazione, la lavorazione e il trasporto. Ad esempio, la produzione di 1 kg di HDPE vergine richiede circa 100MJ, equivalente a circa 28 kWh di energia . Un contenitore di vuoto da 2 litri pesa circa 100 g, in questo esempio avremo circa 2,8 kWh di energia incorporata nella sola materia prima.
A questo andrebbe aggiunto anche il processo di trasformazione Per la produzione, in questo casi si tratterà di BlowMolding, cioè di soffiaggio a caldo della plastica all’interno di uno stampo, in una successiva pillola parleremo dei processi di trasformazione del compound plastico, anche se l’ordine di grandezza principale dell’impatto energetico è dominato dalla materia prima.
Dall’altra parte, una refill bag per lo stesso volume di detersivo può pesare circa 20-30 g, quindi circa il 60-70% di peso in meno rispetto al flacone precedente, e quindi di energia incorporata (circa 1kWh).
Pertanto, l’acquisto di una refill bag invece di un contenitore di plastica può risparmiare circa 1,5-2 kWh per ogni ricarica/flacone da 2 litri risparmiato, grazie principalmente al minore quantitativo di materiale.
Lo stesso concetto si può applicare alla miriade di prodotti plastici presenti nella nostra vita, con la regola fondamentale (banale ma…) che Meno è meglio.
Oltre alla quantità di materiale è ben importante anche la tipologia, le aziende che hanno iniziato a ricercare soluzioni rispetto alla situazione passata oltre alla riduzione, dovranno selezionare materie prime che portano con sé un minore impatto alla radice della loro produzioni, sia in termini energetici che per emissioni.
Ad esempio, si può vedere la differenza in emissioni tra una plastica vergine e riciclata.
In letteratura e nei database c’è un ampio spettro di dati, che vanno letti e ricercati con attenzione, spesso con delle forbici di differenza tra i vari dati anche molto importanti.
Come spesso diciamo in Resconda, prima del numero finale è importante focalizzare il giusto ordine di grandezza, e già sarebbe una vittoria
Qui di seguito una tabella con alcune delle plastiche che potete trovare nei prodotti di tutti i giorni, il loro emission factor e la quantità di energia incorporata. Quanta energia si nasconde tra i vostri scaffali?
Id | MJ/kg | kWh/kg | kgCO2/kg | kgCO2e/kg |
---|---|---|---|---|
PVC | 77,2 | 21,4 | 2.61 | 3.1 |
PE | 81,1 | 22,5 | 2.04 | 2.54 |
sPVC | 77,2 | 21,4 | 2.61 | 3.1 |
sPE | 81,1 | 22,5 | 2.04 | 2.54 |
LDPE | 78,1 | 21,7 | 1.69 | 2.08 |
HDPE | 76,7 | 21,3 | 1.57 | 1.93 |
PP | 89,5 | 24,9 | 3.69 | |
PPLP | 71,3 | 19,8 | 4.11 | |
PUR | 102,1 | 28,4 | 4.06 | 4.84 |
PS | 108,4 | 30,1 | 4.48 | 4.39 |
PA | 135,5 | 37,6 | 8.79 | 7.92 |
ETFE | 168 | 46,7 | 10.08 | |
PET | 85 | 23,6 | 2.35 | |
PTFE | 180 | 50,0 | 7.0 | |
EPR | 140 | 38,9 | 8.3 | |
EPDM | 140 | 38,9 | 8.3 |