La America’s Cup è la gara velistica più seguita al mondo (insieme alle gare preparatorie Luis Vitton e Prada Cup), con un interesse crescente negli ultimi anni. Le imbarcazioni applicano regolarmente innovazioni tecnologiche e, tra le novità più interessanti - oltre all’utilizzo avanzato dei foil e delle paurose velocità che queste imbarcazioni riescono a raggiungere (100+ kmh!) - ci sono loro: i “cyclors”.
Cyclor è il termine usato per rappresentare la fusione del ciclista e del “sailor” (marinaio). Le vele vengono spiegate e ammainate grazie alla gestione di sistemi oleopneumatici.
A bordo delle imbarcazioni di America’s Cup ci sono 4 cyclors per ogni equipaggio, cioè metà delle persone a bordo. Timonieri e trimmer completano la squadra.
I cyclor hanno il compito di produrre sufficiente potenza, sufficiente “wattaggio”, per alimentare le manovre necessarie nelle varie fasi di gara. Wattaggio in questo caso è il termine ufficiale normalmente in uso, il mondo del ciclismo infatti ci è amico ed è ormai frequente leggere nelle grafiche i Watt sprigionati dai vari Pogacar, Van der Poel o Filippo Ganna.
Con l’avvento dei cyclor il discorso è il medesimo, ma la domanda è: quanta potenza e quanta energia vengono prodotte dai cyclor durante una regata?
In questa intervista Paolo Simion, ciclista con diversi Giri d’Italia alle spalle e ora cyclor per il team Italiano di Luna Rossa, fornisce dei dati su cui lavorare.
Ciclisticamente il momento più duro (e tatticamente cruciale) è la preparazione alla partenza: la barca deve oltrepassare la linea nel momento giusto, con la giusta direzione e velocità. Per poter fare ciò occorrono numerose manovre nei minuti prima della partenza, rese possibili dai sistemi idraulici che devono essere pronti, carichi e reattivi. Questo per il cyclor si traduce in una sola cosa: pedalare!
Simion nell’intervista parla di 550W medi mantenuti per 3 minuti durante il pre start, del mantenimento di circa 400W per l’intera regata (che dura mediamente 30 minuti) e di potenze di picco per alcune manovre di 1500W!
Possiamo quindi sovrastimare una media di 500W per 30 minuti (probabilmente qualcosa meno). Moltiplicato per i 4 cyclor arriviamo a 2000W medi in circa 30 minuti di competizione, ovvero ad una produzione/consumo di energia per imbarcazione di un solo kWh. Nemmeno sufficiente nella nostra vita quotidiana per fare una doccia calda (ma abbastanza per cucinare un piatto di pasta).
Anche questa volta, le impressionanti prestazioni fisiche degli atleti diventano trascurabili (e lo sono…) quando vengono rapportate al mondo dell’energia e dei suoi ordini di grandezza. Un tema, questo, che abbiamo già trattato nella pillola di Robert, ciclista di pista professionista che arriva a 600W in lotta contro un tostapane, o in quest’altra dove si cercava di alimentare eventi culturali con una platea di ciclisti amatoriali.