Tra le tante consuetudini a cui non sembra possibile rinunciare (o ridurre) c’è quello delle luci di Natale. Ma qual è il loro impatto? Possiamo lasciare l’albero acceso senza preoccuparci troppo dei wattora consumati?
Partiamo dalle grandezze in gioco a livello Paese: diverse fonti concordano su un incremento di 1600 MWh/giorno nei consumi di elettricità in Italia nel periodo natalizio, imputabile alle illuminazioni per alberelli, balconi, insegne, etc. Non sono certo grandi numeri: si tratta di un incremento dello 0,18% sui consumi totali di energia elettrica del Paese (317 TWh nel 2022, ovvero 868.493 MWh/giorno).
Basandosi su questo dato, Leganerd.com ha stimato in 47 GWh il consumo energetico aggiuntivo delle feste natalizie in Italia, una media di 0,8 kWh a persona.
Per fare un confronto, qui si parla dei consumi degli Stati Uniti nel periodo natalizio del 2018: 6.600 GWh. Che fanno 19,4 kWh/persona, più di 20 volte tanto l’Italia. Gli americani sono notoriamente più energivori, ma la differenza è tale da far pensare ad una sottostima del dato di consumo sopra indicato, che considera un'accensione media di 6h al giorno, forse troppo poco se si considera quanti tengono l’illuminazione natalizia (albero o insegna o vetrina che sia), accesa ininterrottamente dal 8 dicembre (se non prima) fino al 6 gennaio (se non dopo…).
Su una scala più vicina alla nostra quotidianità, quanta energia elettrica occorre per gli addobbi in casa? Prendiamo ad esempio un classico filo di luci da 21W, lasciato acceso per 16 ore al giorno per circa 30 giorni: il contatore all’Epifania ci dirà che abbiamo consumato 10kWh. Se invece si tratta di uno di nuova generazione a LED, consumeremo solo 1 kWh.
Ma le luci natalizie oltre gli addobbi domestici comprendono stelle cadenti e altre sfavillanti forme e figure simboliche che popolano a dicembre le strade delle nostre città, ogni circoscrizione cittadina attivandosi in tal senso. In questo interessante studio su uswitch.com, possiamo farci un’idea di quanto le città europee si “conciano per le feste”. E scopriamo anche che Milano ha vinto nel 2021, al fotofinish con Istanbul, la gara delle città che più hanno brillato, nel vero senso della parola, negli addobbi natalizi, incrementando del 69% la propria impronta luminosa a dicembre rispetto al mese di ottobre. Come si legge in fondo all’articolo, la stima è fatta a partire da dati satellitari (NASA) di luminosità, opportunamente corretti con i dati di copertura nuvolosa. Un modo intelligente di stimare indirettamente l’aumento di consumo di energia elettrica, non potendo accedere direttamente alle bollette elettriche dei comuni delle città esaminate.
Le considerazioni di cui sopra si basano sul periodo natalizio “canonico”, dall'8 dicembre fino al 6 gennaio, approssimato a 30 giorni. Come tutti noi sappiamo, si tende ad allargare sempre di più questa finestra, anticipando l’inizio della stagione, luci comprese. Per quanto detto finora, ogni giorno che aggiungiamo significa grosso modo 1 GWh di energia elettrica “investita” per rinvigorire la magia del Natale (oltre alla disposizione al consumo che lo permea…).
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