Le pale eoliche inquinano

GWh
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9 ottobre 2024 477 parole

Nicola Porro è un giornalista che ha ultimamente profuso notevoli sforzi - insieme ad altri - al fine di “smascherare” l’”ideologia green” e “l’allarmismo climatico”, ha anche di recente pubblicato un libro dal titolo “La grande bugia verde” (lo citiamo con tanto di link, tiè!) che, sottoposto a fact checking dai redattori di A fuoco, è stato da questi definito un “calderone di errori, omissioni, critiche poco solide”. Vabbè.
Nel blog di Porro sono pertanto numerosi gli articoli “anti-ambientalisti”: uno recente lancia un grido d’allarme: “Sono inquinanti”. Le pale eoliche smontate dai numeri”.
Ebbene si, maledetto Watson, hai messo il dito nella piaga: le pale eoliche hanno un impatto ambientale. E anche i pannelli fotovoltaici, certamente. E anche i cotton fioc. E anche un cespo di lattuga acquistato dal fruttivendolo. E anche noi stessi, per il solo fatto di esistere, con il nostro metabolismo di circa 100W e tutta la CO2 che emettiamo respirando…
L’autore, dopo aver affermato che la politica green ha lo scopo di cancellare il pensiero Occidentale (sic) ed essersi lanciato in una dissertazione sulla bassa densità energetica delle turbine eoliche1, si sofferma infatti sull’impatto ambientale delle turbine eoliche, sottolineando la quantità di materiali (cemento, acciaio, materiali compositi) che la loro realizzazione richiede ed il corrispondente impatto ambientale.
Al di là di tutto questa osservazione è assolutamente pertinente ed andrebbe sempre fatta, quando si valuta un investimento in campo ambientale (e non), poiché qualsiasi manufatto ha uno “zaino” energetico e per il solo fatto di essere realizzato rappresenta un danno ambientale. Per questo, ad esempio, l’acquisto di un’auto elettrica o la coibentazione di un edificio possono anche costituire un danno, dal punto di vista ambientale. Fa quindi bene, in un certo senso, l’autore a puntare il dito contro una visione edulcorata della transizione ecologica, che tende ad ignorare i costi ambientali della transizione.
Dove fa male invece è nell’omettere di confrontare tale impatto energetico, dopo averlo denunciato, con le alternative esistenti basate su fonti fossili.
Una grande turbina eolica (nella classe dei MW) ha una massa di ca. 2000 ton (incluse le fondamenta), tuttavia in ottica di ciclo di vita (considerando la sua realizzazione, trasporto,l’installazione, manutenzione e smaltimento) per ogni kWh di elettricità prodotta si valutano emissioni (quell’inquinamento gridato dal blog di Porro) pari a ca. 15 g di CO2e, contro circa 1000 g di CO2e di una centrale a carbone. Si tratta di una differenza di due ordini di grandezza.
Come dire, non solo non è lo stesso campo da gioco, non è nemmeno lo stesso sport.


  1. Si tratta di quanta energia si riesce a produrre per superficie di suolo “interessata”, cioè: l’energia prodotta da una centrale a carbone su un’area di dimensioni x è maggiore di quella prodotta da una o più turbine eoliche che insistono sulla stessa superficie. Quella da energia solare (fotovoltaico) può essere ancora meno (dipende da vari fattori). ↩︎