La leggenda dei materiali sostenibili

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Credits: Mike Langridge [CC BY-NC-ND 2.0 UK]

7 novembre 2024 373 parole

Si parla di “materiali sostenibili” in edilizia: legno, bambù, argilla, sughero… Ma sono sempre e comunque la scelta più ecologica? E ancora, esiste davvero un materiale “sostenibile” in assoluto? La risposta, forse controintuitiva, è no.

La sostenibilità è una caratteristica intrinseca di un materiale ma dipende da molti fattori che vanno oltre la sua struttura e composizione chimica. Per indicarne alcuni:

  • Il ciclo di vita: estrazione delle materie prime, produzione, trasporto fino allo smaltimento, ogni fase ha un impatto ambientale: un materiale “nuovo” potrebbe ad esempio avere un impatto minore di un materiale riciclato ma proveniente dall’altra parte del mondo.
  • Consumo energetico: la produzione (e uso) di tutti materiali, anche quelli considerati “naturali”, richiede energia.
  • Contesto di costruzione: un materiale eccellente in un contesto potrebbe essere inadeguato in un altro.
  • Funzione: ogni materiale ha una specifica funzione all’interno di un edificio. Un materiale isolante ad alte prestazioni potrebbe ridurre i consumi energetici, ma se la sua produzione ha un impatto ambientale elevato, il bilancio complessivo potrebbe essere negativo.

Il concetto di “sostenibilità” è ormai un claim di marketing, spesso utilizzato in modo generico e fuorviante. In edilizia la sostenibilità non può essere un obiettivo da raggiungere una volta per tutte ma piuttosto un processo, di continuo miglioramento: scegliere i materiali più adatti in un progetto edilizio, valutare attentamente tutte le variabili in gioco e prendere decisioni informate.

La scelta non è comunque semplice. Il legno è un materiale naturale e rinnovabile, ma richiede una gestione forestale accurata, l’argilla è un materiale antico e versatile ma con limiti in termini di resistenza e applicabilità, Il bambù cresce rapidamente e può essere una valida alternativa al legno, ma la sua coltivazione può avere impatti importanti sull’ecosistema. Dunque?

Il punto è che ogni materiale può essere impiegato in modo ottimale a seconda del contesto. L’analisi del ciclo di vita (LCA) del prodotto permette di valutarne l’impatto ambientale, confrontare diverse opzioni e selezionare quelle con minor impatto ambientale, con risultati talvolta inaspettati.

In conclusione, piuttosto che parlare di materiali “sostenibili”, dovremmo concentrarci sugli impatti ambientali associati a ciascun materiale e alle scelte progettuali. Grazie agli strumenti di valutazione a nostra disposizione, possiamo fare scelte informate e contribuire alla realizzazione di edifici che rispettino l’ambiente e le persone