Anche in Italia è diventata una prassi consolidata, che poche persone ancora ignorano: a fine novembre si tiene in tutto il mondo la settimana del Black Friday.
Forse in pochi conoscono le origini di questa ennesima follia consumistica che abbiamo felicemente ereditato dagli Stati Uniti. Ci abbiamo messo un po’ ad accorgerci del suo potenziale, considerato che la sua invenzione risale ai primi anni ‘50 del secolo scorso, mentre qui ne parliamo da poco più di una decina d’anni. Ma stiamo recuperando il tempo perduto.
Di fronte a processi che muovono una grande quantità di soldi e materiali, è il caso di investigare sulla sostenibilità del fenomeno.
Secondo un recente studio di transportenvironment.org, la settimana del Black Friday nel 2022 causò un aumento del 94% (praticamente un raddoppio) delle emissioni di CO2 del settore dei trasporti merci, rispetto alla settimana media nell’anno.
Il dato è già notevole di per sé, ma come ben sappiamo il trasporto è solo uno dei tanti passaggi del ciclo di vita dei prodotti che contribuisce al totale delle sue emissioni.
Certo, se approfittassimo degli sconti per acquistare cose che ci servono e che useremo per un tempo sufficientemente lungo, sfrutteremmo al meglio l’energia che è servita per farci avere quel dato prodotto ed eviteremmo di aggiungere il peso ecologico dell’immondizia al già pesante fardello di insostenibilità del fenomeno Black Friday.
Ma, ahinoi, la realtà ci racconta una storia diversa: secondo un report del 2019 di un’associazione britannica, nel Regno Unito l’80% degli acquisti di elettronica o abbigliamento è destinato a finire in discarica o alla meno peggio in un mediocre sistema di riciclaggio, spesso dopo pochissimo tempo dall’acquisto.
Certo, c’è anche chi si mette una mano sul cuore e, piuttosto che buttare subito, preferisce restituire l’oggetto acquistato, specie se si tratta di abbigliamento. È un fenomeno in forte crescita, anche per le politiche di reso particolarmente vantaggiose praticate dai negozi on line, e no, non è chiaramente una pratica sostenibile: secondo una stima riportata in questo articolo di The Verge, il costo annuo in emissioni di CO2 per il trasporto dei prodotti resi equivale alle emissioni fatte da 3 milioni di auto nello stesso periodo.
Il lettore avrà intuìto come ancora una volta ci siano molti aspetti da tenere in conto per arrivare a una stima realistica delle grandezze energetiche coinvolte nel fenomeno.
Chiudiamo con una considerazione numerica di un aspetto apparentemente marginale, ma per certi versi sorprendente: il peso energetico extra dato dalle ricerche online di prodotti da acquistare.
Come ci suggerisce un recente articolo di GreenMatch, una singola ricerca ha un peso indicativo di 0.3 Wh. Molto piccolo, certo, ma se nella settimana Black Friday le ricerche di prodotti aumentano considerevolmente, forse non è poi così trascurabile. Affidandoci al dato trovato in questo articolo di 90 milioni di acquisti online nel Black Friday del 2023, vediamo che il dato globale di energia spesa in ricerche online arriva all’ordine del megawattora.