Se qualcuno ti chiedesse: “consuma più energia una bici elettrica o una bici normale?”, probabilmente la risposta ti sembrerebbe talmente evidente da temere di non aver capito bene la domanda. Una bici elettrica consuma energia (elettricità), che devi caricare dalla rete, mentre una normale (“muscolare”) no. Inoltre, se consideriamo l’energia incorporata (la CED - Cumulative Energy Demand) delle due biciclette è evidente che, considerato il peso, il motore e la batteria, l’e-bike non possa che avere un costo energetico molto più alto.
Però.
Però ci scordiamo di considerare un aspetto importante: il corpo umano è anch’esso un “motore” che consuma energia (quella che viene dal cibo) e, guarda un po’, la sua efficienza non è poi così elevata. Abbiamo inoltre imparato che il cibo che mangiamo contiene un sacco di energia (di CED): quella necessaria alla sua produzione, raccolta, confezionamento, distribuzione, etc.
La domanda va formulata in un modo diverso e diventa: è minore l’energia necessaria per fare un km con una e-bike o quella accumulata nel cibo di cui il ciclista ha bisogno per percorrere la stessa distanza?
Per rispondere a questa domanda possiamo basarci sui dati delle emissioni di CO2 indicati da Mike Barners Lee nel suo libro “How bad are bananas” di cui abbiamo parlato in una precedente Newsletter.
Una e-bike emette 1,9 g di CO2 per km (in pianura a 13 km/h costanti) . Barners Lee considera pari a 6-60 g per km le emissioni attribuibili alla CED della bicicletta (l’energia necessaria per costruirla e mantenerla). Utilizzando il valore massimo si arriva a 62 g di CO2e per ogni km percorso.
L’autore valuta in 31 calorie a km il costo energetico della bici “muscolare”, per fornire i quali il ciclista deve mangiare. Le emissioni del cibo dipendono molto da cosa il ciclista mangia: 35 g Co2e se mangia banane, 118 se pancetta affumicata, 192 se cheeseburger, 2900 se asparagi importati per via aerea (!). Aggiungendo 6 g/km di CO2 per la CED della bicicletta (assumendo conservativamente che sia pari a un decimo di quella di una e-bike), le emissioni variano da 41 g/km a 2906 g/km CO2e. Se ipotizziamo una dieta variata (per modo di dire) come segue:
CO2e | % | |
---|---|---|
banane | 25 | 40% |
pancetta affumicata | 118 | 25% |
cheeseburger | 192 | 25% |
asparagi via aerea | 2921 | 10% |
Per ogni km percorso con una bicicletta “tradizionale” vengono emessi 380 g di CO2e: più di 6 volte quelli di una e-bike!
Se consideriamo il fattore medio di conversione energetica, che per l’Italia nel 2024 è stato di 270 g CO2eq/kWh, abbiamo un e-costo di 1,4 kWh/km per una bici tradizionale contro 0,23 kWh/km per una e-bike.
Per quanto quest’ultima assunzione sia sicuramente approssimativa - non considera infatti le differenze del fattore di conversione per le diverse tipologie di cibo (specialmente carne e latticini), né gli e-costi della logistica su gomma - si può tuttavia considerare come direzionalmente corretta.
Nella simulazione si trascura il fatto che il ciclista della e-bike consumi energia da cibo anche senza muovere un muscolo, per il solo fatto di vivere (il metabolismo basale di un individuo adulto è di ca. 100 W), poiché tale consumo si aggira intorno a 10 Wh/km (senza pedalare).
Il cibo che alimenta la macchina umana costituisce infatti una delle principali cause di emissioni di gas a effetto serra, a cui spesso non si pensa, e che è invece al centro del lavoro svolto per realizzare l’App Suasì.