La direttiva EU “Green House”

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1 febbraio 2023 261 parole

Ha fatto discutere la proposta di Direttiva comunitaria cosiddetta “green house”, volta a promuovere il miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio abitativo europeo.
Negli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi pubblici volti a migliorare le performances ambientali dei beni durevoli (case, automobili, etc.), il più delle volte per mezzo di (amate) agevolazioni e contributi, in altri casi tramite vincoli e divieti potenziali (ne è un esempio la proposta di direttiva in questione).

La logica che ha orientato il legislatore (sia comunitario che nazionale) è comunque in generale sempre volta a raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale favorendo al contempo la produzione di beni e servizi.
Il famoso 110% accordato a chi ristruttura la propria casa si è basato su tale approccio, così come le innumerevoli agevolazioni di cui ha beneficiato la sostituzione del parco automobilistico con veicoli a minori emissioni.
Ma, come abbiamo visto con l’auto elettrica, non sempre sostituire un bene a bassa efficienza energetica con uno a più alta efficienza rappresenta un vantaggio in termini ambientali: dipende dalle circostanze e sempre in relazione al fatto che ogni bene prodotto o attività realizzata ha un impatto energetico ed ambientale.

Migliorare l’efficienza energetica di una seconda casa usata poco e magari solo in periodi dell’anno che non richiedono consistenti interventi di climatizzazione dotandola di un cappotto termico, nuovi serramenti e pompe di calore, da un punto di vista ambientale potrebbe costituire un danno netto.

Sarebbe ora di cominciare a considerare tali aspetti nell’assumere provvedimenti in tal senso. Soprattutto se lo si vuol fare per la tutela dell’ambiente e non delle categorie produttive.