Benché negli anni le navi da crociera abbiano aumentato in modo significativo l’efficienza dei loro consumi, passando ad esempio a carburanti a minore densità di emissioni (tipo LNG), hanno in egual misura aumentato i consumi in valore assoluto, aumentando le velocità, la stazza, i servizi a bordo e il numero di passeggeri.
Il sentire comune che il trasporto marittimo sia molto più efficiente di quello aereo è senz’altro valido se si prende in considerazione il trasporto merci, in particolare le navi container che devono, per ovvie ragioni di business, ottimizzare il carico trasportato rispetto ai volumi dislocati in acqua. Anche su queste, però, si osserva in generale un aumento delle velocità e quindi dei consumi (in particolare a pag. 19 del report).
Come spesso accade, tutti i report e articoli che abbiamo trovato concentrano l’attenzione sulle emissioni di CO2. Proviamo a tradurre i dati trovati in una stima energetica di consumo di un viaggio medio, 2000 km, per passeggero:
- Volo: 600 kWh/passeggero (da pillola precedente)
- Crociera: da dati in dettaglio dell’articolo del International Council on Clean Transportation (ICCT), ricaviamo un valore medio su tutte le navi da crociera (nel 2015) di 3600 kWh/km. Una nave come la Icon of the Seas citata in apertura può portare fino a 5610 passeggeri.
Per i 2000 km considerati, considerando il Load Factor medio della tabella di dettaglio di 0.52, otteniamo: 0.52 * 3600 kWh/km * 2000 km / 5610 pax = 670 kWh/passeggero
È importante notare che l’energia calcolata qui, per le navi da crociera, è esclusivamente quella intrinseca del carburante consumato. Carburante che viene speso non solo per la navigazione ma per mantenere tutti i servizi e gli intrattenimenti di bordo (notare dalla tabella linkata come il rapporto tra Total Fuel Consumption e Distance travelled sia quasi tre volte più alto per le navi di tipo cruise rispetto ad esempio alle cargo).
Le crociere sono l’emblema del consumismo e dello spreco sotto moltissimi aspetti, non ultimo quello delle mirabolanti quantità di cibo servito (e buttato) a bordo. Servirebbe una trattazione a parte, ma siamo abbastanza sicuri che prendendo in considerazione questo e altri aspetti “collaterali” l’ago della nostra e-bilancia si sposterebbe ulteriormente verso questi colossi del mare.