Se ne parla spesso e si dice di tutto. Molti italiani coscienziosamente conferiscono i loro sacchetti in amido di mais, gocciolanti e puzzolenti, all’apposito bidone (in media 125 kg pro-capite/anno), che viene poi travasato in un camioncino, portato in discarica dove dopo una serie di trattamenti, produce biogas quali metano ma anche anidride carbonica (quest’ultima prevalentemente destinata, indovinate un po’, al mercato delle bibite gassate, etc.).
Qui un video che gira sui social che illustra il processo.
Secondo questo articolo i nostri sacchetti puteolenti generano circa 300 milioni di m3 di biometano (circa la metà di quello prodotto dalle biomasse in generale). Approssimando 10 kWh/m3 fa circa 3TWh di potere calorifico dai nostri rifiuti, niente male!
Senza dubbio una buona cosa, ma…qual è il costo energetico della sua produzione?
Come tutte le fonti di energia, anche questa ha un costo energetico e la sua valutazione complessiva va fatta sul rapporto tra energia impiegata per la realizzazione, gestione e manutenzione del sistema e l’energia da esso prodotta (il famoso EROI, inventato dal Prof. Charles A.S Hall, che è stato ospite di un nostro evento nell’ultima edizione di Cinemambiente)
Perché i sacchetti in amido di mais hanno un costo energetico, anche per andarli ad acquistare, il camioncino che li porta in discarica, la selezione dei rifiuti, i nastri trasportatori, la struttura e i macchinari dell’impianto, la logistica dei sottoprodotti, i tubi, i serbatoi, la sua manutenzione, il personale che ci lavora, etc. etc.
Non abbiamo dei dati certi, abbiamo trovato un paper che parla di EROI compreso tra 1,2 e 11, un altro che indica un EROI di 0,3, ovvero negativo (cioè ci perdi solo), così come per la generazione di energia da microalghe, pari a 0,6 secondo un paper dell’autorevolissimo Prof. Mario Tredici, recentemente scomparso.
Secondo questo studio l’EROI dei gas cd. “fossili” varia tra 12 e 82.
Impietosamente, quello che occorre considerare è che l’EROI non è altro che un indicatore dell’utilità di una fonte energetica: per valori (medi) alti (superiori a…? 30? 50?), la fonte riesce a sostenere il modello socioeconomico a cui siamo (purtroppo) abituati: quello dell’educazione e della sanità universale, del tempo libero, dei viaggi…).
Il biogas è una bella cosa ma potrebbe non essere in grado di poterci garantire tutto ciò.
Tutto ciò al netto delle emissioni di gas climalteranti connesse allo stesso sistema, basato su un apporto continuo (magari crescente) di biomassa, in una prospettiva - ma guarda un po’ - di continua crescita dei consumi, oltre alle emissioni generate dalla successiva combustione dei 300 milioni di m3 di biometano prodotti…