Banche e contabilizzazione della CO2 nei comportamenti di acquisto dei clienti

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2 dicembre 2022 220 parole

Tra le varie iniziative volte a quantificare l’impatto ambientale dei comportamenti individuali ce ne è una, avviata di recente su Nature ed adottata da alcuni istituti finanziari internazionali, che mira a fornire informazioni sulle emissioni di CO2 dei propri clienti monitorando gli acquisti effettuati tramite carta di credito.

La metodologia si basa su un sistema sviluppato da Doconomy, una startup fintech svedese. Mastercard in particolare ha già implementato il sistema, a sua volta adottato da alcune banche a livello globale. Concettualmente l’idea è simile al progetto Emcoin tuttavia gli acquisti effettuati con carta di credito permettono di individuare cosa il cliente ha acquistato in maniera certa solo in alcuni casi (es. rifornimento carburante), mentre in altri casi (es. al supermercato quando si comprano diversi articoli, oppure acquistando un biglietto aereo per un volo intercontinentale a basso costo o per un volo locale a tariffa piena…), il risultato non può che essere indicativo. Cresce comunque la sensibilità intorno a questa tematica che all’estero viene presa in crescente considerazione anche da parte delle aziende e degli altri stakeholders. A margine si noti che l’iniziativa incontra delle contestazioni, in particolare da parte di chi (magari fornendo ogni sorta di dato personale ai social network), si ribella all’idea che la propria banca possa sapere cosa si acquista (che, va detto, comunque già lo sa…).